Un Osservatorio sulla città; progetto didattico per le quarte e quinte classi LSA

Un uomo senza paesaggio è privo di ogni risorsa.
(Patrick Modiano)

 

Le politiche ambientali nazionali e internazionali, e soprattutto la Convenzione europea sul paesaggio, riconoscono sempre più l’importanza strategica degli spazi urbani e periurbani, capaci di generare lavoro, attrarre investimenti e aumentare la qualità della vita dei cittadini europei.

L’Italia è firmataria della Convenzione Europea del Paesaggio, aperta alla firma a Firenze nel 2000, ratificata il 4 maggio 2006 ed entrata in vigore per l’Italia il I settembre 2006.

Nel preambolo della Convenzione è detto che “La diversità e la qualità dei valori culturali e naturali legati ai paesaggi Europei fanno parte del patrimonio comune degli Stati europei, il che impone loro di farsi carico dei mezzi necessari a garantire in modo concertato la protezione di tali valori ” dando così alla conservazione del paesaggio stesso una dimensione transnazionale, tanto più che non vi è alcuna dicotomia tra protezione del paesaggio e sviluppo economico, e che dunque le spese per tale protezione devono essere considerate veri e propri investimenti.

Facendo, dunque, riferimento alla Convenzione europea del Paesaggio, leggiamoche «“Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, cosi come è percepita dalle popolazioni,il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni».

La Convenzione Europea del paesaggio parla di «territorio», conferendo così uguale importanza alla presenza dei fattoriumani e naturali per la formazione dell'immagine paesaggistica; dall'altro, definendo il paesaggiocome il prodotto «dell'azione di fattori naturali e/o umani», la convenzione prende in considerazionela possibilità che un ambiente interamente antropizzato, ovvero la Città, possa costituire, sottoposto allo sguardo di un osservatore o della collettività, unpaesaggio propriamente detto.

Già nel 1965 l'architetto viennese Victor Gruen pubblicava“The Heart of Our Cities. The Urban Crisis:Diagnosis and Cure”, un libro incui l'autore sostiene la necessità di rompere le tradizionali barriere che definiscono la disciplinaurbanistica e di adottare in cambio un tipo di pianificazione in grado di prendere in considerazionetutti gli elementi che contribuiscono alla definizione dell'ambiente della città. Il testo di Gruen contiene una esaustiva definizione di «città» e si presenta come il risultato di unaprofonda analisi fenomenologica del tessuto urbano – e non, come ci si aspetterebbe da un testo diurbanistica:

La città è la somma totale di innumerevoli caratteri, luoghi, angolini, cantucci nascosti,vaste aree e spazi intimi. […] E la città, ovviamente, è anche gli edifici. La relazioneche questi stabiliscono tra di loro, e gli spazi che creano al loro interno, sono decisiviper la qualità della città. […]

La città in cui viviamo considerata come luogo di conoscenza, laboratorio permanente in cui fare esperienza, acquisire informazioni, ipotizzare azioni di intervento per capire e rendere migliore l’esistente e la qualità della vita. Esplorando il territorio gli studenti prendono contatto con i diversi aspetti di una realtà complessa che permetterà loro di acquisire, attraverso la presa di coscienza del valore del paesaggio, modi di comportamento più corretti nei riguardi di esso, arrivando a sviluppare concetti quali la sua tutela e la sua corretta valorizzazione.

L’Osservatorio sulla Cittàproposto, per la cui definizione statutaria ed operativa occorrerà ovviamente una adeguata riflessione congiunta tra coloro che saranno in futuro chiamati a farne parte (tra gli organismi ed Enti interessati, le Università e l’associazionismo, etc.), potrebbe svolgere numerose funzioni di coordinamento e di studio, senza peraltro pregiudicare le responsabilità degli uni e degli altri in materia di indirizzo, pianificazione e programmazione, e di gestione quotidiana del paesaggio.

A titolo esemplificativo, potremmo citare le funzioni seguenti:

1.             Funzione documentaria: Collazione e diffusione delle immagini caratteristiche del paesaggio urbano, creazione e mantenimento di una banca dati ad hoc accessibile gratuitamente on-line e apertura di spazi informatici di dibattito sul territorio;

2.             Funzione di monitoraggio: messa a disposizione di una “antenna” focalizzata sul territorio, pronta a raccogliere le informazioni, istanze e segnalazioni provenienti dai cittadini, sempre più attenti al territorio quale involucro essenziale ad una buona qualità della vita;

3.             Funzione educativa: Organizzazione in collaborazione con le istituzioni didattiche (scuole, università, etc.) di incontri, convegni, seminari incentrati sul territorio, la sua storia e significato, e sul ruolo passato e futuro del territorio stesso nella crescita economica e nel progresso sociale.

 

L’Osservatorio, operando in collaborazione con le associazioni ambientaliste e culturali presenti sul territorio, beneficerebbe sin dalla sua creazione di una “rete” estremamente capillare e potrebbe sviluppare capacità di comunicazione (focalizzate sulle opportunità offerte dall’informatica) come promotore e gestore di pagine Web, Blog, banche dati, capacità di analisi e relativa proposta di progetti da proporre agli organi di finanziamento regionali e nazionali, capacità di intrattenere relazioni e rapporti anche con l’estero per effettuare scambi di esperienze e progetti transnazionali.

La città come laboratorio permanente in cui fare esperienza, acquisire informazioni, ipotizzare azioni di intervento per capire e rendere migliore l’esistente e la qualità della vita.

Lo scopo è di arrivare a leggere criticamente i segni del paesaggio per poter risalire poi alle cause che lo hanno determinato e agli effetti che da esso derivano: si giungerà pertanto ad una maggiore consapevolezza dell’influenza dell’ambiente che ci circonda sulla nostra vita fisiologica e psichica, nonché sui nostri valori etici.

 

Un sogno, forse, quello di “disegnare” il mondo come quello di fra Mauro * che dalla cella del suo monastero ascoltava e raccoglieva le informazioni da viaggiatori:

“Ciò che aneliamo perlopiù ci sfugge. Viaggiamo fino all’estremità della Terra solo per scoprire che ciò che volevamo trovare se ne è andato un mese, un giorno, addirittura un minuto fa. Ci resta la sensazione che se solo ci fossimo decisi di agire un po’ prima avremmo scoperto quel che cercavamo.”

*J. Cowan, Il sogno di disegnare il mondo. Le meditazioni di fra Mauro, cartografo alla corte di Venezia. RCS, Milano 1998

 

Prof. Arch. Carlo de Giacomo